The dreamers

Photo by Hugo Weber

“Nel 2015 sono stato contattato da un ragazzo, Tommy, che mi chiedeva di fare delle foto sul set di un suo cortometraggio.
All’inizio ero un po’ scettico, non conoscevo Tommy di persona ma sapevo che era un adolescente molto ricco, il rampollo di una famiglia dalle origini nobili.
Io ero esattamente il suo opposto: un poveraccio con origini proletarie che odiava, un po’ per stupidità, un po’ per rabbia, tutti quelli che avevano avuto una vita facile come la sua.
Ho incontrato Tommy ed i suoi amici ad una riunione di produzione e mi son dovuto ricredere: mi hanno davvero stupito per il loro senso di libertà, libertà dai pregiudizi sociali, libertà di pensiero e di azione.
Non c’era demarcazione tra lo spazio scenico del corto che stavano per mettere in scena e la loro vita reale. La loro vita è un teatro, inteso come spazio figurato dove poter esprimere sempre e comunque quello che si vuole essere, senza vincoli o limiti. Loro avevano i mezzi per realizzare quello che altri, come me, potevano solo sognare. Mi hanno fatto pensare a The Dreamers, il film in cui Bertolucci raccontava in maniera analoga questa specie di umanità parallela, fuori dal caos del suo tempo, protetta in una casa dove vivere secondo le proprie regole. Allo stesso modo Tommy e i suoi amici vivono una realtà che è meravigliosa per la sua connotazione irreale, atemporale, priva di freni o pregiudizi.”